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Il comportamento da vero gentleman


Le norme di comportamento per saper vivere oggi, sono state scritte quasi 500 anni fa. Il galateo, un insieme di regole che si riuniscono in un codice di comportamento o bon ton, per il vivere quotidiano: dal cinema alla metropolitana, dallo stadio al supermercato. Queste regole oltre che per i modi di fare e il comportamento, valgono anche per l'abbigliamento.

La parola galateo e il suo significato derivano dall’opera scritta da Monsignor Della Casa (1503-1556), scrittore e arcivescovo della chiesa cattolica. Della Casa scrive un manuale di belle maniere: il “Galateo overo de' costumi”. Pubblicato nel 1558 ma si presume scritto nel 1551; ebbe subito un buona riuscita, oggi diremmo un boom. Il libro è scritto in forma di dialogo affabile, tra l’autore e Annibale il giovane nipote; il monsignore parla di tutte le buone usanze, le norme sino a quel momento non scritte, sul comportamento e sui costumi che un uomo della sua classe doveva seguire.

Incaricato dal pontefice Paolo III, venne nominato nel 1544 Nunzio Apostolico a Venezia, compito particolarmente delicato per i non facili rapporti in materia giurisdizionale fra Curia romana e Venezia. Abile e prudente, questa incombenza gli consentì di mettere in luce le sue qualità diplomatiche. Monsignor Della Casa, uomo elegante e raffinato, già conosciuto per la vita mondana, a Venezia trovò le opportunità giuste per mettere in pratica le sue qualità e il suo savoir-faire. La sua residenza su Canal Grande divenne il ritrovo della nobiltà Veneziana assieme ad artisti, poeti e letterati. Ambasciatore della Santa Sede, partecipava agli esclusivi ricevimenti del patriziato, alle più appariscenti ed elaborate feste in maschera: a tal punto, si narra che questa sua propensione a questo modo di vivere gaudente, lo abbia fatto diventare padre. Messo in cattiva luce dalla presunta paternità e per aver dato la protezione a Lorenzino de' Medici; con l'avvento del nuovo Pontefice Papa Giulio III, venne sollevato dai suoi incarichi, costretto così a ritirarsi decise di ritirarsi a Nervesa, un paesino del Trevigiano: dove scrisse il famoso libro “Galateo overo de' costumi”. Il testo evoca e riassume le molteplici esperienze della vita diplomatica e cortigiana, immagazzinate in qualità Nunzio Apostolico e Segretario di Stato, durante il pontificato di Papa Paolo III.

Suddiviso in trenta capitoli, si presume ripartiti dall'editore, in quanto il testo originale non ne presentava; detta le regole adeguate alla conversazione, all'abbigliamento ed ai costumi di un gentiluomo. Ancora adesso attuali, questi precetti fanno riferimento ad un insieme di consigli per un corretto comportamento. Della Casa cerca di specificare dei buoni usi comuni, mirando a finalizzare ed arricchire gli individui, rimuovendo le grossolane abitudini in uso nelle classi dominanti del Cinquecento.

Scrivendo di Sartoria non posso che elogiare il capito VII: “Bisogna adattarsi alle usanze degli altri nel modo di vestirsi, di tagliarsi i capelli e la barba”. Capitolo VII paragrafo iniziale:

“Ben vestito dèe andar ciascuno, secondo sua conditione e secondo sua età, perciò che, altrimenti facendo, pare che egli sprezzi la gente”.

In questo capitolo, dice che un gentiluomo debba essere in ogni occasione costumato, piacevole e di bella maniera, spiegando inoltre che l'aspetto esteriore è molto importante; infatti i vestiti devono essere fatti su misura e calzare come un guanto, rispecchiare lo status sociale di chi li indossa e soprattutto seguire le mode locali.

Gentleman del cinquecento e precursore del futuro: tutt'oggi riuscirebbe ad intrattenere discorsi interessanti di haute couture con Hugo Jacomet, apprezzerebbe il gusto unico dell'eleganza distinta della Sartoria Dalcuore, elogerebbe il valore artigianale degli ombrelli di Mario Talarico e stimerebbe i tessuti pregiati Vitale Barberis Canonico. Riuscirebbe anche a disquisire con Lino Ieluzzi nell'abbinare tessuti e colori, oppure intrattenersi con Franco Colombi su quale trattamento garment dyed sarebbe meglio per un pantalone urban, spuntare un discorso con Gianni Fontana su come portare la barba ad un ricevimento solenne.

Della Casa, personaggio del Rinascimento dal dinamismo intellettuale, è uomo che non ha mai smesso di evolversi. Precursore del savoir faire, dell'eleganza e dell'uomo moderno.

Ringrazio Sandro Ceschin: un caro amico e un vero gentiluomo, fonte di ispirazione per l'argomento trattato.

Allego il link http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_5/t118.pdf nel caso in cui qualcuno abbia voglia di immergersi nella lettura di questo testo del cinquecento, tutt'ora attuale.

Fonte: Sergio Cairati

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