L’alambicco è formato da 4 elementi principali: la caldaia detta anche cucurbita negli alambicchi di piccole dimensioni, è dove si mette il fermentato da distillare (sezione rossa della foto). Sotto di essa è posizionata una sorgente di calore rappresentata da acqua calda (bagnomaria), vapore acqueo in pressione o fuoco vivo, che ha il compito di riscaldare la materia prima, da dove si estrae il distillato (spirali rosse). Gli alambicchi a fuoco diretto, molto diffusi un tempo sull’arco alpino, sono stati praticamente abbandonati a causa dell’imprevedibilità del funzionamento e per il timbro di bruciato che spesso lasciavano nel distillato. La quasi totalità dei distillatori usa alambicchi a vapore, mentre esistono alcuni esemplari, Piemonte di alambicco a bagnomaria.
Il capitello, detto anche elmo o duomo, posto nella parte alta della caldaia, a chiudere, ha un’importanza fondamentale perché ha il compito in base alla sua forma di far passare o no determinati vapori alcolici (parte viola e spirali viola a rappresentare i vapori alcolici).
Il collo di cigno è il tratto seguente del capitello ed ha una forma incurvata verso il basso per impedire il ritorno dei vapori alcolici, grazie alla forza di gravità .
La serpentina di raffreddamento, posta in un contenitore, spesso riempito di acqua, o in tempi moderni con altri liquidi più efficaci, ha il compito di condensare i vapori alcolici (parte blu) , per ottenere il risultato finale, il distillato (azzurro).