I primi alambicchi di stampo moderno, così come noi li conosciamo, comparvero in Europa nel XV° secolo e le testimonianze parlano di “Acquae vitae” ottenute da distillazione delle materie prime presenti i Europa: il vino, la birra e successivamente il sidro.
Questi due prodotti estremamente diffusi in Europa avevano grossi problemi di tenuta organolettica durante i mesi caldi.
La distillazione di essi poneva fine ai problemi di acescenza e di sanificazione dell’acqua, a cui questi due prodotti fermentati erano preposti prima della scoperta dell’alcol ad alta gradazione.
La possibilità di aumentare la produzione per via delle nuove possibilità di conservazione, permise la nascita anche dei primi commerci di vino fortificato e distillati, che ora potevano essere agevolmente trasportati anche nei mesi caldi.
Inizialmente l’inefficace sistema di raffreddamento delle serpentine, basate sulla sola aria circostante, e le piccole partite prodotte di volta in volta rendevano gli oneri così elevati da rendere proibitivo l’utilizzo della bevanda alcolica per fini che esulassero da quello medico.
Il rapporto fra resa in alcol e materia prima era economicamente proibitivo, inferiore alla percentuale variabile dal sei al dodici percento a cui siamo abituati oggi, con i moderni alambicchi discontinui per le produzioni di eccellenza.
Nel XV secolo venne perfezionato un sistema efficiente di raffreddamento dei vapori d’alcol presenti nella serpentina, ponendola a bagno in una botte di acqua fredda.
Questo meccanismo, noto come la Fornace di Mattioli, un famoso medico ed erborista, permise di evitare la principale fonte di dispersione dei vapori d’alcol nell’aria, a causa del loro imperfetto raffreddamento.
La produzione di alcol crebbe in maniera significativa e rese possibile l’utilizzo del prezioso liquido, non solo per fini medici, ma anche per il consumo edonistico grazie al minor costo, che al momento rimase comunque possibile solo per le classi abbiente e i nobili.
A dimostrazione che le idee possono essere contemporanee e che comunque esiste una simultaneità che spesso rende difficile l’individuazione dell’originale, vi sono altri esempi di alambicchi perfezionati nel periodo.
Datato approssimativamente 1551, quello nella foto è una sorta di alambicco con possibilità di distillazione continua.
Esiste infatti un primo alambicco con il compito di disalcolare la materia e un secondo per distillare la flemma.
Il raffreddamento a differenza del Mattioli è dato dall’altezza dei tubi, che fungono anche da rettificanti del vapore alcolico.